Nonostante le rigidità della Chiesa cattolica ufficiale in Italia, negli ultimi anni, si sono moltiplicati i gruppi di omosessualicredenti. Il progetto Gionata ne ha censiti 28 in tutta Italia con oltre 500 aderenti (84 per cento uomini e 16 per cento donne), presenti in tutta la Penisola da Trento a Palermo.
Molti gruppi sono ospitati pubblicamente, e questa è la novità di questi ultimi anni, in numerose parrocchie cattoliche, in istituti di vita religiosa o inseriti nella pastorale ordinaria delle Diocesi, come accade a Cremona e Parma.
Anche il dialogo tra i gruppi e la Chiesa ufficiale sta crescendo a poco a poco, come testimonia il «Rapporto 2012 sui gruppi dicristiani omosessuali e il dialogo con le Chiesa» che sarà presentato al prossimo Forum dei credenti omosessuali, in programma ad Albano Laziale (Roma) dal 30 marzo al 1° aprile.
Un cambiamente ampiamente descritto nell’interessante reportage del settimanale Panorma che da da voce a parroci, sacerdoti, vescovi e biblisti che hanno deciso di accogliere i gruppo di credenti omosessuali perché, come ricorda don Giuseppe Gliozzo, parroco del SS. Crocifisso di Catania, “Accogliere significa non escludere nessuno».
E in tal senso va anche il documento per “l’accoglienza pastorale delle persone omosessuali” pubblicato recentemente dall’arcivescovo cattolico di Westminster a Londra, Vincent Nichols, in cui riafferma l’impegno pastorale della sua Diocesi a favore delle persone omosessuali e, nel rispetto delle indicazioni del magistero, fornisce anche alcuni suggerimenti pratici per realizzarlo perchè: “La Chiesa (cattolica) ha la grande responsabilità di lavorare per l’eliminazione di ogni ingiustizia perpetrata sugli omosessuali dalla società. Come gruppo che ha sofferto più del dovuto a causa dell’oppressione e del disprezzo, la comunità omosessuale ha più che mai diritto all’attenzione della Chiesa.”
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