27 gennaio, giornata della memoria… non dimenticarlo

eventoC’è stato un momento buio della nostra storia nel quale l’uomo ha progettato ed eseguito lo sterminio dell’uomo, causando morte, sofferenza, annientamento della personalità.

Il 27 gennaio del 1945 si aprivano le porte di Auschwitz mostrando al mondo il Male assoluto, ecco perchè ogni  anno in quel giorno si ricorda lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali e lo sterminio di migliaia di persone nei campi di concentramento nazisti perchè: ebrei, zingari, omosessuali, russi, dissidenti, etc… perchè alcuni avevano deciso  che non erano “normali”. Facciamone memoria.

Il 27 gennaio anche i volontari e volontarie del progetto Gionata su fede e omosessualità, useranno la loro voce per fare memoria.

Per tutto il giorno proporremo alcune storie che riemergono dalla notte di quei giorni, per ricordare l’olocausto dimenticato di tanti uomini e donne che furono imprigionati, affamati, torturati e eliminati solo perchè omosessuali.

Ascolteremo ancora una volta la loro voce, ricorderemo le loro storie, proporremo le nostre riflessioni… per non dimenticare

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2 pensieri su “27 gennaio, giornata della memoria… non dimenticarlo

  1. Ciao inoltriamo nella ricorrenza della Giornata della Memoria, due iniziative dell’ associazione lesbica Fuoricampo:
    http://www.fuoricampo.net/non_dimenticare/index.html

    Martedì 27 Gennaio 2009

    R/esistenze > Figure di lesbiche “scomode” durante il nazi/fascismo
    Proiezione > Mostra > Incontro
    Dalle ore 20.30 in poi >

    Venerdì 30 gennaio 2009

    Fuoricampo partecipa, con una relazione portata da Luki Massa, al convegno:

    IL TRIANGOLO NERO E LO STERMINIO NAZISTA
    come ripulire la società dai soggetti “estranei alla comunità”
    organizzato dal Centro Studi Libertari “Domenico Francolini” di Rimini.

    IL TRIANGOLO TRASPARENTE: L’INVISIBILITÀ DELLE LESBICHE NEI CAMPI DI STERMINIO
    interviene Luki Massa, regista e storica del movimento lesbicoF

  2. Leggere queste drammatiche testimonianze apre una ferita ancorfa oggi. Pensare che tante persone hanno dovuto tanto patire solo per il fatto di essere omosessuali. E il periodo nazista è solo la punta più drammatica di una persecuzione che si è protratta in forme diverse nei secoli. E purtroppo ancora oggi sentiamo giudizi e vediamo gesti che offendono la nostra dignità di persone. Chiediamoci; quanti sono a conoscenza di queste testimonianze; è giusto non dimenticare gli ebrei e i rom, ma di questo dramma pochi ne parlano e pochi lo conoscono.
    Su Avvenire del 18.2.2006, fu pubblicato un ampio servizio sull’olocausto nazista col titolo “Neri nel lager, l’altro olocausto”. Venivano citati tutti i perseguitati tranne gli omosessuali. Così decisi di scrivere una leggera che poi venne pubblicata il 25 febbraio. Eccola.

    Caro Direttore,
    il 18 febbraio è stato pubblicato sul suo giornale l’articolo “Neri nel lager, l’altro Olocausto” a firma Paola Springhetti, che presentava il libro “Neri nei campi nazisti” di Serge Bilè. Nell’articolo oltre alle persecuzioni subite dagli ebrei venivano ricordate quelle degli zingari, dei disabili e dei neri. Fare memoria di ogni persecuzione e violenza è essenziale perchè tutto questo mai più possa accadere.
    E’ di questi giorni l’uscita del bellissimo film “La rosa bianca” che racconta come alcuni giovani credenti tedeschi si sinmo opposti alla dittatura naziata, pagando con la vita il loro bisogni di libertà. Abbiamo avuto anche la commemorazione di tanti italiani morti nelle foibe.
    Eppure, in tutta questa memoria, c’è una dimenticamza forse scomoda.
    C’è qualcuno che si è ricordato di tanti omosessuali (si parla di duecentomila) che, in base al paragrafo 175 (esiste anche un film in proposito), venivano contrassegnati col triangolo rosa e trasferiti nei campi di sterminio? Perchè non una parola in proposito?

    Ho riportato questa lettera perchè ognuno di noi, nei propri ambiti, può essere tramite, far conoscere quanta violenza tanti omosessuali hanno patito, e perché mai più abbiamo a verificarsi.
    Roberto

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