Don Pezzini parla di fede e omosessualità perché ‘Dio ama tutte le persone’

chiesa cattolicaIntervista di Susanna Peraldo tratta dal bisettimanale Il Biellese del 1 dicembre 2009

Cattolici, credenti e omosessuali. A questo “mondo” parla don Domenico Pezzini, un sacerdote conosciuto anche nel Biellese. A lui si deve il primo gruppo di discussione e confronto a Milano su (fede e) omosessualità.

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Don Pezzini, per qualcuno l’omosessualità è malattia, per altri vizio, Ma allora che cos’è?

Né l’uno né l’altra. Lo si dovrebbe sapere già da molto tempo senza neanche dover ricorrere a chissà quali argomentazioni scientifiche o cosiddette tali. Basterebbe conoscere degli/delle omosessuali nella ordinarietà della loro vita e delle loro relazioni per rendersi conto che si tratta di persone né più né meno normali di tante altre.
Il che cos’è dipende da che idea uno si fa della sessualità. Non essendo negli umani un puro meccanismo anatomico, ma qualcosa che prende senso dal suo intrecciarsi con l’affettività e il mondo delle relazioni, l’omosessualità può essere intesa come una “modo di relazionarsi” che si dirige affettivamente verso una persona del proprio sesso, coinvolgendo in tal modo l’immaginario e il mondo delle emozioni, o, se si vuole, tutta la parte più profonda di una persona.

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3 pensieri su “Don Pezzini parla di fede e omosessualità perché ‘Dio ama tutte le persone’

  1. Bene. grazie Don Pezzini, ma una volta di più si è costretti a chiedersi: perché tutti questi sacrosanti ragionamenti, queste ottime iniziative vengono da semplici sacerdoti che, guarda caso, non fanno mai “carriera” mentre la maggior parte delle Eccellenze ed Eminenze sono su barricate opposte ? Cosa impedisce in alto loco (ma proprio altissimo) di porre fine all’ambiguità, per non dire ipocrisia, che continua a perpetuare tanto dolore e complessi di colpa in milioni di vite ? Lo sappiamo: cautela, diplomazia etica, paura delle conseguenze dirompenti della verità. Abbiamo visto nel pontificato di Pio XII a cosa ha portato il procedere con passo felpato, quasi il mondo fosse un ovattato corridoio curiale. Anche se ben intenzionato, pur se in buona fede, lastricato di buone intenzioni, il tutto si è ritorto contro le vittime e la Chiesa che amiamo. Non sembri una forzatura questo parallelo fra due situazioni apparentemente diversissime. Non ci va di essere, con un certo birignao, chiamati ” diletti figli ” siamo Figli e basta: la sfida è la stessa, la Chiesa è sempre chiamata alla Carità, alla Carità nella Verità.

  2. “paura delle conseguenze dirompenti della verità”

    Ottima lettura. Consideriamo che il 95% di ciò che avviene nella nostra amata Chiesa cattolica è coperto da segreto. E non per motivi teologici, ma per motivi regolamentari, procedurali, disciplinari. Che cosa vieterebbe di potenziare i poteri dei consigli pastorali, riattribuire alle chiese locali il potere di eleggere i vescovi, riconoscere forme di concreta sinodalità dell’intero popolo di Dio?

    La Chiesa di oggi è diventata in fondo una chiesa-azienda, governata con processi direzionali da un CEO e da un consiglio di amministrazione interessati soltanto a massimizzare il controllo, il potere e, ciò che più conta, i profitti.

    Lo scandalo dei patti lateranensi col fascismo, la cupidigia sull’otto per mille inespresso, la pedofilia non denunciata, i milioni di vittime di MST in Africa, lo spudorato e opportunistico lobbismo sulla politica di stati sovrani, i network economico-finanziari che fanno capo alle massonerie cattoliche, la riabilitazione di un vescovo che nega l’Olocausto, l’aggressività nel proselitismo verso i settori più misogini e omofobi di altre chiese, l’islamofobia, le continue offese alla dignità dei diritti delle coppie omosessuali, ma anche la discriminazione delle donne e dei gay all’interno delle strutture ecclesiastiche, l’autocelebrazione di una struttura di potere maschile (in realtà: maschilista), a parole “eterosessuale”, ma di fatto “omosessualizzata”, “castrata” e in molti casi repressa.

    Chi ama veramente la Chiesa non dovrebbe aver paura delle conseguenze dirompenti della verità.

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